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  • Photo du rédacteurMF

Fine I tempo

08 maggio ’18 FINE PRIMO TEMPO


Giù il sipario, si spengono le luci.

In scena solo corpi, pesanti, provati, stanchi, eccitati, emozionati, felici.

Corrono da una parte all’altra del fondale.

Urlano, camminano, si fermano sulla scena.


Durante la settimana trascorsa, giorni di sole si sono alternati a giorni bui. In alcuni momenti l’ascolto di gruppo ha sondato e penetrato all’interno di tutti i nostri artisti.

Uno specchio gigante è stato posto al centro della scena ed a turno tutti hanno fatto i conti con loro stessi.

Le immagini sono ancora deformate e lasciano spazio all’inventiva.


Non c’è una regola, né uno schema ben definito. Non un direttore di scena, né un curatore del palcoscenico ma tutti indistintamente attori in questa metafora che è la rappresentazione della vita.


Il genio artistico è irruento: arriva come un fulmine a ciel sereno, nei momenti in cui si è pieni della propria esistenza. L’atto di creazione è una Nemesi, una distruzione di tante piccole copie che bisogna lasciar andare per dar spazio a qualcosa di nuovo, che infine conterrà al suo interno tutta la fatica.


I nostri ragazzi hanno lasciato a Rovereto un po’ di loro: una parte della creazione #Fardemoi è stata rivisitata e per migliorare l’estetica del lavoro si sta valutando se cambiare alcune parti dello spettacolo.

La stanchezza comincia a farsi sentire anche se a intermittenza e nonostante la vita tutti insieme sia sempre più bella.




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