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Ceci n’est pas une nuage


Sono trascorsi dieci giorni dalla ripresa di #fardemoi. Giorni intensi, di costruzione, creazione di senso, ricerca di equilibri spaziali, connessioni, impressioni e raccolta meticolosa delle intuizioni percepite.


Oggi parliamo delle fonti che hanno ispirato il progetto. “Ceci n’est pas une nuage”, perché quelle che indossano gli artisti non sono nuvole, ma una loro rappresentazione.

L’utilizzo scenico delle parrucche bianche over size, indossate dagli interpreti, rimanda all’universo pittorico di René Magritte e alle sue opere dove, sul volto dei soggetti della tela, si osservano mele verdi, nuvole, colombe... questa visione poliforme e surreale ha guidato il lavoro coreografico verso una logica di costruzione assurda, che non desidera seguire regole temporali standard, ma soltanto impressioni e visioni che stanno aldilà delle cose tangibili : depositate in quella zona delicata e segreta della memoria o dell’inconscio.


Salvador Cappiello, fotografo e direttore creativo contemporaneo, ispirandosi al surrealismo di Magritte, crea delle immagini suggestive che sintetizzano, in modo efficace, la relazione tra identità e tratti somatici, negata dalla nuvola posta sul viso. “My images are an exercise in abstraction, they invite you to spend more time with yourself. We all need to get away from reality and the speed of the world and take a break. Being in the clouds helps you do that.” [Salvador Cappiello]

Per chi fosse di cuorioso di sapere come la #ciemf ha realizzato tutto ciò in scena, vi aspettiamo il 14 luglio alle ore 23:15 al Festival Civitanova Danza per la prima assoluta di #fardemoi.


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